Dopo tanto attendere, finalmente una nuova frontiera invalicabile è stata raggiunta: le buste sottovuoto compostabili per il confezionamento di alimenti.
“Quando cerchi qualcosa di nuovo, le vecchie idee si rinnovano.”
Un lungo pazientare e montagne di rifiuti plastici, danno il benvenuto sul mercato all'alternativa sostenibile rispetto al convenzionale imballo di plastica praticamente usa e getta con le buste sottovuoto compostabili.
Il confezionamento sottovuoto è concepito per una migliore conservazione degli alimenti, arginando la proliferazione dei batteri ed il conseguente spreco di cibo che buttiamo.
Estraendo l'aria dalle buste, il contenuto alimentare non più a contatto con l'ossigeno potrà prolungare fino a tre volte la ordinaria data di scadenza.
Ogni tipo di cibo può essere imballato sottovuoto: cereali, verdure, latticini, carne, pesce, l'unica differenza sarà la durabilità del prodotto.
Ci sono soluzioni sia per l'ambito familiare che per il settore della ristorazione, ma è nella fase produttiva e logistica che sarebbe molto interessante incidere data la quantità di imballi che maneggiamo.
La plastica costituisce il terzo materiale più diffuso sulla Terra dopo l'acciaio ed il cemento che hanno utilizzi generalmente molto duraturi, costituisce la metà dei rifiuti marini ed a livello mondiale, solo il 15% circa di tutta la produzione è effettivamente riciclata.
Le buste e sacchetti sottovuoto biodegradabili per alimenti o "sous-vide" vengono largamente usate anche per un particolare tipo di cottura, la cottura sottovuoto a bassa temperatura (CBT), è considerata tra le più salutari in quanto mantiene inalterate le proprietà organolettiche del cibo.
Nascono alla fine del Settecento per poi essere rilanciate in Francia negli anni Settanta dallo chef Gerges Pralus durante i suoi esperimenti culinari con il foie gras.
Questa tecnica prevede che gli alimenti siano inseriti all’interno di appositi sacchetti di plastica sottovuoto ed immersi in acqua calda da far cuocere a basse temperature per un tempo più lungo rispetto alle cotture tradizionali, ma con risultati ottimi per la consistenza, omogeinità di cottura, gusto e perfino risparmio di ingredienti.
La sfida era riuscire a stabilire un materiale con la giusta formula tra pressione, resistenza alle temperature e durata che fosse anche amico dell'ambiente.
Un'azienda Europea ha scoperto la possibilità di produrre queste buste e saccchetti sottovuoto biodegradabili e compostabili utilizzando un biopolimero approvato per il contatto con gli alimenti, realizzato con prodotti naturali come la carta, l'amido di mais, l'eucalipto e la manioca.
A differenza della plastica da derivazione fossile, queste buste sottovuoto biodegradabili possono essere autocompostate e biodegradarsi entro 26 settimane considerando una temperatura inferiore a 30°, mentre se consideriamo il compostaggio industriale, le settimane necessarie sono meno della metà, calcolando una temperatura sui 60°.
Nel caso assolutamente da evitare, che queste bustine sottovuoto siano disperse nel mare, la biodegradazione avviene dopo 24 settimane con l'azione di microbi, acqua e ossigeno
Dai test effettuati all'interno di cucine professionali, questi sacchetti biodegradabili sottovuoto sono risultati idonee per cotture prolungate fino alla massima temperatura di 80°